In occasione del numero sul Il Teatro della democrazia (Leussein 2016) avevamo chiesto alla più giovane della redazione di intervistare Tullio De Mauro, l’illustre linguista scomparso circa due anni fa. Trovammo infatti interessante l’idea di far incontrare due generazioni di studiosi italiani (lontane e diverse per tempi, modi e contesto formativo), per discutere di lingua, istruzione e democrazia del nostro paese.
Già dall’esito di quel colloquio avevamo capito non solo che avremmo dovuto approfondire il tema trattato dedicandogli lo spazio di un intero numero ma soprattutto che a curarlo sarebbe stata proprio la stessa intervistatrice, Roberta Pasqua Mocerino. Giovane filosofa del linguaggio dalle ampie vedute, come dimostrano i campi delle sue ricerche che vanno dagli studi post-coloniali e di genere, alla storia delle teorie linguistiche fino all’antropologia, Mocerino ha dalla sua l’aver già maturato un’esperienza sul campo della scuola secondaria; una prospettiva che le ha permesso di intrecciare e mettere a fuoco indirizzi teorici e dimensione pratica dei problemi della formazione. Se a questo si aggiungono i preziosi suggerimenti che la compianta Paola Di Cori è riuscita a darci nei mesi in cui ha potuto seguire i lavori redazionali, e di cui la curatrice ha fatto davvero tesoro, si può comprendere quanto ricco, complesso e articolato possa essere il numero che il lettore si trova davanti.
Lasciando alla curatrice il compito di tracciare e spiegare nella sua introduzione il percorso del numero, a noi preme segnalare in aggiunta l’intervista a Daniela Pompei, responsabile della Comunità di Sant’Egidio per i servizi agli immigrati, rifugiati e Rom (Educare a costruire la pace. I corridoi umanitari, la scuola e l’immigrazione), una comunità che dai doposcuola nelle baracche romane del ’68 è arrivata a diffondere un modello di integrazione (la Scuola della pace) nelle periferie estreme del mondo, in Africa, in America Latina;e, nella sezione approfondimenti, l’articolo di Luca Sinibaldi sullo scritto di Jaques Lacan “Kant con Sade”, in cui il lo psicanalista francese analizza la ‘perversa’ divaricazione etica verificatasi nella seconda metà del Settecento tra ragione e desiderio del corpo, per spiegare le dinamiche del processo di soggettivazione contemporaneo così importanti nella clinica psicanalitica.
Prima di lasciarci, una breve chiosa sul titolo ad effetto che abbiamo scelto per questo numero. Oltre a stigmatizzare e fotografare lo stato dell’arte del rapporto tra democrazia e formazione del cittadino in Italia, Repubblica analfabeta, vuole omaggiare l’ultimo contributo che Tullio De Mauro ha generosamente concesso a Leussein, in occasione della presentazione del numero già citato, una relazione (reperibile sul canale Facebook del nostro editore) che volle intitolare “Da Platone agli analfabeti”.
Buona lettura!
'Editoriale' has no comments
Be the first to comment this post!