Editoriale

L’occasionalità e il tempo: dalla letteratura alla filosofia

I greci soprattutto dell’epoca arcaica vivevano il loro tempo scevri dalle fisime dell’autorialità e del vezzo narcisistico, calati come erano nel flusso di un tempo eterno scandito da liturgie e feste ricorsive che costituivano l’occasione del testo cosiddetto ‘letterario’. Temporalità e civiltà, culto e letteratura erano fortemente legati e venivano vissuti nel flusso quotidiano della vita, e quello che è giunto sino a noi sottoforma di testi ne rappresenta solo una infima parte. Ma, badate bene, non perché sia andato perduto nel tempo quanto piuttosto perché i greci stessi non hanno avuto alcuna esigenza di tramandarcelo; non ne avrebbero del resto sentito l’urgenza. Il loro evento cultuale-culturale era fine a se stesso, nel senso che trovava senso e compimento nel suo espletarsi, dando linfa e stabilità alla loro esistenza in società. Per coglierne un lampo dei modi di vivere culturalmente (più che letterariamente) la comunità e di stare nel e sul tempo dei greci, potremmo vederne un’intuizione nelle performance artistiche dei situazionisti del secolo scorso, nell’opere d’arte che si distruggono ad un’asta internazionale, o nelle ‘storie’ di facebook che durano un giorno. In altre parole i greci erano liberamente, naturalmente anti letterari e non rincorrevano il tempo perduto perché, come aveva intuito Nietzsche, lo danzavano. L’evento di stare insieme per un matrimonio, un funerale una libagione o una festa dionisiaca non era occasionale ma un’occasionalità.

Questo passaggio da aggettivo a sostantivo, da qualità a concetto, da evento a temporalità, non poteva che intrigarci e provocare le tante domande che abbiamo rivolto innanzitutto a Livio Sbardella, Riccardo Palmisciano e Andrea Ercolani, autori di un’opera che per certi versi potrebbe essere definita come un manuale di anti-letteratura greca.(vedi intervista “L’occasione tra la parola e il canto“).

Dalle loro risposte è nata l’esigenza di approfondire il fenomeno e le varie concezioni del tempo in confronto non solo con la cultura classica ma anche con contemporaneità e ne è venuto fuori un intero saggio ad opera di un solo generoso autore, il fenomenologo Pier Paolo Fiorini, che già altre volte ha collaborato con noi. Il titolo del suo eccezionale contributo è: “Âion: alla ricerca del senso originario del tempo, un percorso costituito da 5 ripidi sentieri di montagna, che per la prima volta sono narrati dallo stesso autore e ascoltabili anche nella modalità pod cast.

Un numero insolito, nella forma e nella sostanza, come avrebbero detto i filosofi aristotelici, tutto da leggere e ascoltare.



Direttore editoriale della rivista Leussein, si è laureato in giurisprudenza (La Sapienza) e in filosofia (Gregoriana), e ha conseguito il dottorato di ricerca in filosofia della politica (La Sapienza). E' stato ideatore, coordinatore ed editorialista della Rivista della Scuola superiore dell’economia e delle finanze dal 2004 al 2006. Ha scritto diversi saggi e ha collaborato con diverse Università (Sapienza, Gregoriana, Lateranense, UPRA) e istituti di ricerca (Istituto italiano filosofici di Napoli - Scuola di Roma, Studi politici San Piov). I suoi percorsi di ricerca si snodano negli ambiti della filosofia ebraica, la teologia politica, gli studi postcoloniali e la teoria della comunicazione.


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